Il capro espiatorio by René Girard

Il capro espiatorio by René Girard

autore:René Girard [Girard, René]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2020-09-02T22:00:00+00:00


Anche in questo caso il lettore moderno si interroga sull’interesse della citazione. Non capisce, e sospetta qualche mediocre secondo fine. Non si tratterà, forse, semplicemente di nobilitare la morte ignobile di Gesù, di fornire un’orchestrazione grandiosa al supplizio piuttosto insignificante di un piccolo predicatore di Galilea? Prima accusavamo i Vangeli di disprezzare la folla dei persecutori, ed ecco che adesso li sospettiamo di esaltare troppo quella stessa folla allo scopo di elevare il prestigio del loro eroe.

Che cosa credere? Semplicemente, bisogna rinunciare a questo genere di speculazioni. Con i Vangeli, il sospetto sistematico non dà mai risultati interessanti. Torniamo piuttosto alla domanda che guida ogni nostra ricerca: cosa ne è della rappresentazione persecutoria e della violenza unanime che la fonda? Tutto questo viene intenzionalmente sovvertito nel suo punto di massima forza: l’unanimità delle potenze capaci di fondare questa rappresentazione. Abbiamo non solo una sovversione effettiva, ma anche la volontà cosciente di sovvertire ogni mitologia persecutoria e di informarne il lettore: non appena capiamo questo, la pertinenza del salmo parla da sola.

Il salmo ci fornisce l’elenco completo di queste potenze. La componente essenziale sta nella congiunzione tra il fermento popolare, il tumulto delle nazioni, da un lato, e i re e i capi dall’altro, le autorità costituite. E questa congiunzione è irresistibile ovunque, tranne che nella passione di Cristo. Il fatto che questa coalizione formidabile avvenga su scala relativamente ridotta, e in una lontana provincia dell’Impero romano, non diminuisce affatto l’importanza della passione, che fa tutt’uno con l’insuccesso della rappresentazione persecutoria, con l’esemplarità di questo insuccesso.

La coalizione resta invincibile sul piano della forza bruta, ma non per questo è meno «vana» come dice il salmo, perché non riesce a imporre il suo modo di vedere le cose. Non le riesce difficile uccidere Gesù, ma non prevale sul piano del significato. Allo smarrimento del Venerdì santo si sostituisce, nei discepoli, la fermezza della Pentecoste, e il ricordo della morte di Gesù si perpetuerà con un significato opposto a quello voluto dalle potenze, un significato che non riesce, certo, a imporsi immediatamente in tutta la sua prodigiosa novità, ma che nondimeno compenetra poco a poco i popoli raggiunti dal messaggio evangelico, insegnando loro a individuare sempre meglio intorno a sé le rappresentazioni persecutorie e a respingerle.

Facendo morire Gesù, le potenze cadono anzi in una sorta di trappola, giacché nel racconto della passione è descritto a chiare lettere proprio il loro segreto di sempre, già svelato nell’Antico Testamento, nelle citazioni che ho appena commentato e in molti altri passi. Il meccanismo del capro espiatorio viene investito da una luce potente, riceve la massima visibilità pubblica e diviene la cosa più conosciuta al mondo, il sapere più diffuso, quel sapere che gli uomini impareranno, con lentezza proporzionata all’ottusità, a inoculare sotto la superficie della rappresentazione persecutoria.

Se vorremo liberare definitivamente gli esseri umani, è a questo sapere che dovremo appellarci come criterio universale per demistificare dapprima le semi-mitologie della nostra storia e poi, in rapida successione, i miti dell’intero pianeta di cui non ci stanchiamo di



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